
Otzi, l’uomo del Neolitico, vissuto 5000 anni fa, la cui mummia umida è stata ritrovata nel 1991 nelle Alpi Tirolesi, fra gli attrezzi e gli utensili che costituivano il suo indispensabile “kit di sopravvivenza” vi erano anche due specie fungine: Fomes fomentarius e Piptoporus betulinus. Il primo veniva utilizzato come esca per l’accensione del fuoco (la tecnica è riprodotta nel filmato che segue), del secondo invece venivano probabilmente sfruttate le proprietà antibiotiche (l’ autopsia ha rivelato infatti che Otzi soffriva di vermi intestinali).
Recenti analisi chimiche su estratti di Piptoporus betulinus hanno portato alla identificazione di numerosi composti con effetti medicinali: anti-infiammatori, anti-batterici, anti-tumorali, anti-virali.
Sono stati isolati sei acidi triterpenici, con proprietà anti-infiammatorie; una molecola la Piptamina con attività anti-microbica nei confronti di molti batteri (fra cui Bacillus subtilis ed Escherichia coli).
Un estratto polisaccaridico del fungo era in grado di inibire la crescita del sarcoma nel ratto e l’acido betulinico estratto da questo fungo si è dimostrato tossico per le cellule di melanoma. Il suo estratto si è dimostrato soprattutto efficace come anti-virale, sia nella prevenzione che nella terapia di alcune infezioni (virus della febbre gialla, dell’influenza aviaria, del vaiolo..), senza causare danni alle cellule sane.