Pholiota nameko

Pholiota nameko
La sua coltivazione è diffusa in Oriente (in giapponese nameko significa fungo viscido).
Viene coltivato su substrato simile a quello di Flammulina velutipes, costituito da segatura di latifoglie, anche se alcuni studi indicano che la segatura di conifere (Pinus spp. e Cryptomeria japonica) dà risultati migliori. Viene poi aggiunta crusca di riso come supplemento, in concentrazione del 15% per la segatura di conifere e del 10% per quella di latifoglie. Può essere anche coltivato con metodo naturale su tronchi di legno parzialmente interrati, in modo da garantire l’elevato livello di umidità di cui il fungo necessita per la crescita.
Le temperature di incubazione sono di 24-29°C, poi abbassate a 10-16°C per indurre la fruttificazione. Contemporaneamente allo shock termico si abbassa il livello di anidride carbonica e si aumenta l’intensità luminosa, mantenendo elevata l’umidità nebulizzando acqua nell’ambiente.
Pholiota nameko (T. Ito) S. Ito & Imai